Festa Famiglia di Nazaret 2004

26 DICEMBRE 2004

FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARET


INTRODUZIONE ALLE LETTURE

In questo passo del  Siracide l’autore trae suggerimenti per la vita familiare prima di tutto dalla  sua esperienza di figlio e di padre. L’indicazione principale è quella di “onorare”  cioè di riconoscere ai genitori un valore speciale, considerandoli come  strumenti di Dio creatore. Anche se son passati tanti secoli la saggezza del  Siracide resta ancora molto attuale.

I LETTURA (Sir 3,2-6.12-14)
Chi teme il Signore onora i genitori. 

Dal libro del Siracide 

Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole.  Chi onora il padre espia i peccati;  chi onora la madre è come chi accumula tesori. 
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi onora il padre vivrà a lungo;  chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,  non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo  e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati.                         

SALMO RES. (Sal. 104, 1-9)

Rit. Vita e benedizione sulla casa che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore 
e cammina nelle sue vie.  
Vivrai del lavoro delle tue mani,  
sarai felice e godrai d’ogni bene.

La tua sposa come vite feconda  
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo  
intorno alla tua mensa.

Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore.  
Ti benedica il Signore da Sion!  
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme  
per tutti i giorni della tua vita.

Essere in buona  armonia con tutti; accettarsi nelle proprie differenze; perdonarsi  vicendevolmente i torti ricevuti; sforzarsi di diffondere gioia: in una parola,  amarsi nel Signore. Questo è quello che  l’Apostolo Paolo sottolinea, perché nelle nostre famiglie ci sia il primato  dell’Amore come partecipazione all’Amore di
Dio, datore di vita e di salvezza,  accogliente e soprattutto gratuito.

II LETTURA (Col 3,12-21)
Vita familiare cristiana, secondo il Comandamento dell’amore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 

Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!  La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.  Voi mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite
ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

Acclamazione al Vangelo (Col 3,15.16)

Alleluia, alleluia. 

La pace di Cristo regni nei vostri cuori;  la
parola di Cristo dimori tra voi con abbondanza.  Alleluia.

VANGELO (Mt 2,13-15.19-23)
Giuseppe, prendi con il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo 
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”.  Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio”.  Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino”.  Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d’Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno”.